Nuovi elementi sulle connessioni cerebrali nel disturbo ossessivo-compulsivo

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 24 marzo 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Gli studi di neuroimmagine del cervello di persone diagnosticate di disturbo ossessivo-compulsivo, condotti già da alcuni decenni, hanno fornito dati e nozioni caratterizzanti particolarità del profilo morfo-funzionale, che sono state poste in relazione con le manifestazioni sintomatologiche e interpretate sulla base delle conoscenze consolidate di neurofisiologia e delle acquisizioni provenienti da varie branche degli studi sperimentali. Recentemente sono stati creati dei modelli neurocognitivi che assumono, quale nucleo fondamentale del disturbo, la disfunzione dei circuiti associativo e limbico-cortico-basale.

Allo stato attuale delle conoscenze, si sa ancora poco sullo stato delle connessioni anatomiche sottostanti i quadri di connettività funzionale alterati[1]; per questa ragione, Williams I. A. Haynes e colleghi della Sorbona hanno deciso di indagare questi aspetti, realizzando uno studio che ha analizzato 24 connessioni principali nel cervello di 74 volontari.

(Haynes W. I. A., et al., Altered anatomical connections of associative and limbic cortico-basal-ganglia circuits in obsessive-compulsive disorder. European Psychiatry 51: 1-8, June, 2018).

La provenienza degli autori è la seguente: Sorbonne University, University Paris 06, Inserm, CNRS, ICM, Paris (France); University Paris Descartes, Faculty of Medicine, Paris (France); Foundation FondaMental, Albert Chenevier Hospital, Creteil (France); Pole of Psychiatry and Addictology – Service of Neurosurgery, Personalized Neurology & Psychiatry University Department, University Hospital Henri Mondor - Albert Chenevier Hospital, Creteil (France).

A scopo introduttivo si riporta un brano tratto dal nostro recente articolo già menzionato nella noterella a piede di pagina:

“La ricerca di correlati neurofunzionali nel cervello di persone affette dal disturbo ossessivo-compulsivo è condotta da anni mediante metodiche di neuroimmagine, inizialmente impiegate al fine di rilevare generiche differenze con il cervello di persone non affette, nelle medesime condizioni di saggio, poi sempre più mirate verso l’individuazione di attività di reti neuroniche sicuramente associate con i tratti fisiopatologici definiti dalla convergenza dei risultati ottenuti con differenti metodi di indagine, inclusi i modelli sperimentali.

Cinque anni fa si riportava: “Anche se la fisiopatologia del disturbo non è ancora stata definita con precisione, alcuni correlati sono ormai considerati un indice certo di un’alterazione neurofunzionale in grado di condizionare i processi psichici: in particolare, difetti nel circuito cortico-striatale e talamo-corticale sono stati dimostrati da tempo (Graybiel & Rauch, 2000) e poi verificati e riscontrati più volte negli anni seguenti[2]. Impiegando la tecnica di rilevazione spettroscopica in corso di esame dell’encefalo mediante risonanza magnetica (MRS) è stato rilevato un interessamento della sostanza bianca parietale e cambiamenti nei fosfolipidi della guaina mielinica degli assoni e della membrana delle cellule gliali (Kitamura, et al., 2006).

Coerentemente con le numerose evidenze accumulate negli anni, indicanti alterazioni in un circuito che comprende il giro del cingolo e segmenti neoencefalici cortico-talamici, studi condotti con metodiche di imaging basate sulla risonanza magnetica (MR diffusion spectrum imaging) e la trattografia hanno evidenziato, nei pazienti affetti da forme pienamente espresse del disturbo, anomalie della sostanza bianca nel segmento anteriore del fascio del cingolo e nella radiazione talamica anteriore (Chiu, et al., 2011)”[3].

Un numero considerevole di studi di neuroimmagine ha documentato un’attività metabolica più intensa nella corteccia orbitofrontale e in quella del giro del cingolo, accanto ad un incremento più contenuto nelle aree dello striato, sostanzialmente corrispondenti a reti che fanno capo al nucleo caudato e al lenticolare. Alcuni studi strutturali, dedicati alla valutazione morfometrica di aree e regioni cerebrali, hanno rilevato una riduzione volumetrica proprio della corteccia orbitofrontale, oltre che dell’amigdala, un complesso nucleare importante per l’elaborazione delle emozioni ma attivo anche in processi cognitivi quali quelli legati all’attribuzione di rilievo alle esperienze percettive in corso.

Una fonte di informazioni importante sulle possibili basi neurali della sintomatologia ossessivo-compulsiva è data dall’analisi mediante neuroimmagini del cervello di persone non affette dal disturbo fino a quando non siano incorse in lesioni cerebrali focali che hanno determinato la comparsa delle manifestazioni tipiche[4]. In questo ambito, il riferimento principale è costituito da uno studio condotto ventidue anni fa da Berthier e colleghi su 13 pazienti, che avevano presentato sintomi di ossessione e condotte compulsive dopo lesioni circoscritte del cervello[5]. Le lesioni interessavano sedi diverse, quali la corteccia del giro del cingolo, la corteccia frontale e la corteccia temporale, tanto quanto i nuclei della base encefalica. Due, delle lesioni localizzate con maggiore precisione, erano un amartoma della circonvoluzione paraippocampale di destra e un infarto del segmento posteriore del putamen[6]. Per le altre localizzazioni in altri pazienti, pur ben definite dagli autori dello studio, sussistono dei dubbi di significatività per la presenza di altri danni cerebrali e manifestazioni di tipo epilettico”[7].

Riprendendo lo studio condotto presso la Sorbona e qui recensito, si nota che Williams Haynes e colleghi hanno preso le mosse dall’esigenza di conoscere più approfonditamente, nel cervello dei pazienti ossessivi, l’anatomia delle connessioni apparse funzionalmente alterate in vari studi precedenti. Le due principali possibilità sottoposte al vaglio dell’osservazione consistevano in una riduzione dimensionale per calibro ed estensione delle vie, e/o in un’organizzazione impropria dei collegamenti.

Sono state rilevate immagini di DMR (diffusion magnetic resonance) in 37 pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo con una prevalenza di manifestazioni sintomatiche legate a ricorrenti controlli e verifiche. Parallelamente sono state rilevate immagini DMR in condizioni identiche in 37 volontari fungenti da gruppo di controllo, in tutto corrispondenti per caratteri ai pazienti, ma apparentemente privi di disturbi psichici. L’esame comparativo è stato focalizzato su 24 sistemi di connessione che collegano aree corticali associative, con aree della corteccia limbica e con nuclei della base encefalica e del diencefalo in ciascun emisfero. In particolare, sono stati sviluppati degli indici per caratterizzare la quantità, intesa come estensione spaziale e densità, e l’organizzazione, intesa quale topografia e segregazione, delle ventiquattro vie che connettono aree associative corticali con la corteccia anteriore del giro del cingolo, la corteccia prefrontale dorso-laterale, la corteccia orbito-frontale e il polo frontale, e queste con i nuclei caudato e putamen dello striato, e con il talamo.

L’esame accurato delle immagini DMR ha rivelato che le connessioni fra aree corticali associative, limbiche e prefrontali con i nuclei basali dell’encefalo nei pazienti affetti dal disturbo ossessivo-compulsivo presentavano dimensioni significativamente inferiori rispetto ai controlli: 19 connessioni su 24 hanno fatto registrare una ridotta estensione spaziale subcorticale; 9 su 24 avevano anche una ridotta densità. La topografia generale era assolutamente normale, ossia conservava la configurazione fisiologica presente anche nei 37 volontari di controllo. Si è riconosciuta, invece, un’anomalia nei campi di proiezione corticale nei nuclei dello striato (caudato e putamen) e nel talamo: negli affetti dal disturbo si è rilevata una iper-segregazione rispetto ai soggetti di controllo.

L’insieme dei dati morfologici rilevati con DMR, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura integrale del testo dell’articolo originale, propone importanti differenze quantitative e qualitative nelle connessioni anatomiche, che vanno ben oltre la schematica ipotesi di un ridotto controllo corticale del comportamento automatico memorizzato nei circuiti dei nuclei della base. L’iper-segregazione anatomica delle rappresentazioni della corteccia nelle formazioni grigie telencefaliche e diencefaliche, rilevata nel disturbo ossessivo-compulsivo, potrebbe ostacolare o, in parte, compromettere l’integrazione delle informazioni corticali nel talamo e nei nuclei dello striato, incidendo sfavorevolmente sul susseguente processo di selezione comportamentale. Questi dati, lungi dall’essere esaustivi e definitivi, forniscono un’importante base per nuove ipotesi da sottoporre a verifica sperimentale.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-24 marzo 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Il 13 gennaio scorso abbiamo pubblicato un articolo che, presentando un interessante nuovo studio sulla working memory nel disturbo ossessivo-compulsivo (Note e Notizie 13-01-18 Correlati fMRI del disturbo ossessivo-compulsivo), propone un resoconto sintetico ma esaustivo delle nuove nozioni emerse dagli studi di neuroimmagine funzionale. Si rimanda a quel testo per un aggiornamento essenziale, dal quale si deduce che, se le differenze strettamente anatomiche sono ancora da indagare, in termini funzionali si dispone già di dati definiti e più volte riscontrati. Su alcune di queste nozioni, più avanti si riporta un brano dal citato articolo dello scorso gennaio.

[2] Si veda Note e Notizie 03-11-07 Sinapsi cortico-striate nel disturbo ossessivo-compulsivo.

[3] Note e Notizie 23-03-13 La microglia nel disturbo ossessivo-compulsivo.

 

[4] Naturalmente, il rilievo delle sedi del danno e dell’entità delle deviazioni dalla norma fisiologica non fornisce la certezza di aver individuato l’origine anatomica e funzionale delle manifestazioni cliniche, in quanto allo stato attuale delle conoscenze non si può escludere che gli stessi sintomi possano essere determinati da alterazioni in punti diversi di una rete neuronica e per ragioni cellulari e molecolari differenti; tuttavia, rimane un’indicazione preziosa per lo sviluppo di ulteriori ipotesi di lavoro.

[5] Berthier M. L., et al. Obsessive-compulsive disorder associated with brain lesions: Clinical phenomenology, cognitive function and anatomic correlates. Neurology 47, 353, 1996.

[6] Ricordiamo che costituisce la parte esterna del nucleo lenticolare, completato medialmente dal globus pallidus.

[7] Note e Notizie 13-01-18 Correlati fMRI del disturbo ossessivo-compulsivo. Si consiglia la lettura integrale dell’articolo citato che, a questo punto, prosegue con gli studi su altre condizioni che si accompagnano a sintomatologia ossessiva, quali la sindrome di Gilles de la Tourette, i disturbi neuropsichiatrici associati a infezioni streptococciche, ecc.